12. ott, 2021

Scrivere ha potere catartico

Scrivere delle proprie emozioni e sensazioni è un atto frequente quando sentiamo la necessità di fare ordine tra i pensieri, quando vogliamo scegliere qualcosa, capire meglio in una situazione, far risalire al cuore un ricordo. Alle volte, invece, si inizia a scrivere senza un motivo cosciente, senza una precisa ragione; e ci ritroviamo poi ad aver messo nero su bianco cose importanti. Spesso questo è un gesto curativo, liberatorio.

James W. Pennebaker, uno dei più recenti studiosi della narrazione (self-disclosure, cioè auto-rivelazione o rivelazione del Sé), ha condotto numerosi studi in merito, dimostrando che la narrazione consente di elaborare consapevolmente il vissuto emotivo associato ad uno o più eventi di vita stressanti.

Questo beneficio sembra essere raggiunto dalla possibilità data dalla scrittura di tradurre in parole pensieri ed emozioni.

Alcuni studi nello specifico attestano che la scrittura ha effetti positivi sull’ansia, sul tono dell’umore, nell’elaborare eventi disturbanti, nel ridurre le somatizzazioni, lo stress e l’autosvalutazione.

Ma certe volte la sola scrittura non basta

che possa aiutare a ristrutturare le esperienze, risignificandole.

per superare alcuni tipi di difficoltà. Per alcuni disagi soggettivi scrivere fa bene ma non è sufficiente; le nostre risorse da sole spesso non bastano. In alcuni casi può essere necessario l’aiuto di uno specialista, di una psicologa